martedì 26 gennaio 2016

Ansia e Disturbi D'ansia


Non ce la faro mai! Non sarò mai capace! Sento che il mio cuore batte troppo forte, mi trema la voce, le mie gambe non riescono a muoversi!"

Queste sono alcune delle frasi che spesso pronunciamo quando dobbiamo affrontare una situazione  importante nella nostra vita!
 Pensiamo ad un'interrogazione, ad un colloquio di lavoro, ad un esame medico importante. 

Quante volte abbiamo abbiamo pronunciato queste frasi a scuola, in famiglia, a lavoro o con gli amici?

Ma cos'è l'ansia? Quando diventa pericolosa? E' davvero così terribile?


L'ansia fa parte della nostra vita quotidiana ed è una risposta multisistemica naturale che viene emessa di fronte ad una minaccia o un pericolo percepito. 
Essa però può essere rappresentata come due facce della stessa medaglia, poichè nonostante pensiamo possa essere negativa in quanto inibisce i nostri comportamenti e genera pensieri spesso disfunzionali,  allo stesso tempo si può considerare  come un'amica che ci mette in guardia quando qualcosa non va', o che ci aiuta a migliorarci  e ci motiva a risolvere i problemi per affrontare ostacoli della nostra vita quotidiana!



Quando  diventa pericolosa e si trasforma in un Disturbo?

Può rappresentare un pericolo quando l'ansia è costante ed invadente,  interferisce con le attività e le relazioni interpersonali,  ci porta ad evitare di vivere la nostra quotidianità intrappolandoci in continue paure!
E' proprio la preoccupazione (Worry)  eccessiva rispetto all'evento temuto che diventa pervasiva e difficilmente controllabile dalla persona che la sta vivendo.
Il Worry è una risposta di evitamento cognitivo. I sintomi fisici correlati all'ansia invece comprendono : tensione motoria che si manifesta con irrequietezza,tremori,tensione muscolare, e ad uno stato di attivazione eccessiva che si manifesta con irrequietezza, irritabilità o difficoltà di concentrazione. 
In risposta alle preoccupazione tendiamo a mettere in atto comportamenti di evitamento e ricerca di rassicurazioni. Evitiamo ad esempio di parlare in pubblico dunque di non attirare l'attenzione su di noi e di sentirsi in imbarazzoRicerchiamo rassicurazione da chi ci sta vicini diventando spesso dipendenti da essi.
Con il tempo l'ansia e le preoccupazioni costanti possono contribuire a determinare un senso di eccessiva stanchezza, insonnia, disturbi gastrici e cefalea.



Quali sono i sintomi per capire se si tratta di un Disturbo d'Ansia?

- ansia e preoccupazioni eccessive (attesa apprensiva) che si manifestano per la maggior parte dei giorni da almeno sei mesi, relative a una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche); 
- difficoltà nel controllare la preoccupazione; 
- l’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o alterazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti; 
- l’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. un abuso di droga, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es. ipertiroidismo); 
- l’ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti (con alcuni di essi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi sei mesi): irrequietezza, sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle, facile affaticabilità, difficoltà a concentrarsi, vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare;
 - alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno o sonno inquieto e insoddisfacente).


Esiste solo un disturbo d'Ansia?
NO! Infatti non  possiamo parlare di Disturbo d'Ansia ma di Disturbi, all'interno di questa categoria  ritroviamo:

  • Disturbo d'ansia da separazione
  • Mutismo Selettivo
  • Fobia Specifica
  • Disturbo d'ansia sociale
  • Disturbo di panico 
  • Agorofobia
  • Disturbo d'ansia generalizzato



Il Trattamento dei Disturbi D'ansia

La terapia Cognitivo Comportamentale tra le differenti terapie è quella più efficace, infatti studi dimostrano che essa è efficace nel trattamento del panico di fobie, disturbi d'ansia. La maggior parte dei pazienti migliorano qualitativamente la loro vita e imparano a gestirsi.
Questa terapia  lavora :


  • a livello cognitivo esaminando i pensieri negativi o le credenze che contribuiscono all'insorgenza dell'ansia
  • a livello comportamentale esaminando il modo in cui ci comportiamo e reagiamo alle situazioni fonte di ansia
Nella terapia il paziente dev'essere parte attiva della terapia!



mercoledì 20 gennaio 2016

BULLISMO una realtà quotidiana

Negli ultimi anni gli episodi di bullismo sono sempre più presenti nella nostra quotidianità e i media troppo spesso riportano nella cronaca episodi con epiloghi spesso troppo tragici!
Il termine italiano bullismo è la traduzione letterale della parola Bullying, utilizzato per connotare il fenomeno delle prepotenze tra pari in un contesto di gruppo ed indicante, quindi, sia il comportamento da bullo sia quello della vittima.

Le prime forme di bullismo si manifestano tra i banchi di scuola, ma non pensiate che sia l'unico luogo direttamente coinvolto. Avete sentito parlare di Cyberbullismo? o di Mobbing?

Il Mobbing è una forma di bullismo che si manifesta all'interno di un contesto lavorativo o familiare o nel contesto scolastico, qui le molestie si protraggono nel tempo e si ripetono, naturalmente uno scherzo o una beffa isolata non sono indici di mobbing! Nel contesto scolastico un esempio di mobbing può essere quello dell'insegnante  a danno di uno o più allievi mediante espressioni sistematicamente denigratorie e/o provvedimenti disciplinari persecutori, valutazioni o giudizi ingiustificatamente negativi.

Il Cyberbullismo è una forma di mobbing che si avvale di Internet (testi, video, audio) per denigrare una persona in modo mirato. Poichè tutto ciò che viene messo in rete difficilmente può essere eliminato, il cyberbullismo è un'azione dalle conseguenze ancora più gravi, in più gli attacchi per mezzo dei social network e del telefonino perseguitano la vittima nei luoghi più intimi e in cui ci si sente protetti, la propria camera!


Negli episodi di Bullismo possiamo identificare 3 ruoli : Bullo, Vittima e Spettatore.

Chi è il Bullo? Egli è un soggetto di sesso solitamente maschile, ma oggi ampiamente presente nel sesso femminile, che spesso infastidisce e opprime i coetanei mediante attacchi che possono essere sia fisico che verbale.
Non sempre le sue azioni sono rivolte direttamente alla vittima, mediante insulti,minacce rimproveri, spintoni, aggressioni fisiche, vi è una via indiretta di bullismo caratterizzata da un'azione intenzionale di esclusione dal gruppo con conseguente isolamento sociale della vittima.
Solitamente il bullo è il leader , il suo ruolo è caratterizzato da forti emozioni di rabbia e dall'incapacità di riconoscere e rispettare la dignità altrui; spesso però il bullo non è attivamente coinvolto nell'incoraggiare e mettere in atto azioni ostili contro un proprio coetanei, spesso il bullo è passivo ovvero non promuove direttamente azioni offensive, ma incoraggia e sostiene direttamente o indirettamente il leader dopo averlo osservato. Il bullo inoltre può essere definito bullo-vittima,, ovvero i suoi comportamenti antisociali nascono in quanto essi per primi sono al centro di violenza sperimentandola anche in contesti familiari!

Chi è la Vittima? Viene classificata come una persona ansiosa, insicura, cauta, sensibile ed introversa. Quando viene attaccata dagli altri tende a piangere e/o rinchiudersi in sè stessa. Le vittime presentano bassa autostima, anche scarsa autonomia, hanno una opinione negativa di sè.

Chi è lo Spettatore? Ci si riferisce a quei soggetti che assistono a situazioni di prepotenza. E' possibile distinguere due tipi di spettatore: passivo e attivo. Il primo è colui che rimane indifferente sia dinanzi alle prepotenze del bullo sia dinanzi alle sofferenze della vittima. L'attivo è invece colui che interviene al fine di farli terminare.



COSA FARE..
se ci accorgiamo che all'interno dei nostri contesti vi sono situazioni di bullismo, in qualsiasi forma, è importante non sottovalutare ciò che sta accadendo!
 Innanzitutto è possibile chiedere aiuto sia che tu sia vittima sia che tu sia uno spettatore attivo o passivo!

Chiedi aiuto ad un'insegnante, ad un genitore, ad uno psicologo!

Contrastare tali fenomeni precocemente è importante!
Creare una rete di comunicazione tra scuola famiglia ed esperti può aiutare a non sentirsi soli!

lunedì 11 gennaio 2016

Rifiuto o Fobia Scolastica

Il rientro a scuola dopo un lungo periodo di vacanza può rappresentare per i bambini un momento traumatico, non è difficile infatti ritrovarli a manifestare mal di pancia, senso di nausea, dolori addominali, cefalee ecc..

Tali forme di somatizzazione si manifestano sia in concomitanza di situazioni ansiogene, sia prima di affrontare situazioni temute (ovvero Ansia anticipatoria). Talvolta possono manifestarsi reazioni motorie eccessive, crisi di agitazione o violenza fisica rivolta agli adulti che li contraddicono .


Questi sintomi sono tipici del Rifiuto Scolastico o Fobia Scolastica. 

 Si parla di fobia o ansia scolare quando l’ambiente scolastico costituisce o diventa per il bambino un luogo problematico, che cerca, quando possibile, di evitare. 

Il Rifiuto Scolare non va confuso con l'assenza ingiustificata da scuola, quest'ultimo è un comportamento in cui è assente l'Ansia e la Paura eccessiva di frequentare la scuola e spesso è associato a comportamenti antisociali e alla mancanza di interesse per la propria formazione scolastica.

Dunque cosa si intende per Rifiuto o Fobia scolare?

E' un disturbo d'Ansia caratterizzato da significativi livelli di ansia e paura ad andare o a restare a scuola, tali da compromettere in modo significativo una regolare frequenza scolastica. Le conseguenze possono pregiudicare lo Sviluppo Emotivo, Sociale, L'apprendimento Scolastico, difficoltà relazionali con i familiari o con il gruppo dei pari.

Il bambino o il ragazzo che soffre di rifiuto scolastico può assentarsi dalla scuola fin dall'inizio della giornata, o può recarsi a scuola e poi, dopo poche ore, chiedere di tornare a casa.
L'età di esordio è di solito tra i 5-6 anni ma in alcuni casi intorno ai 10-11 e in adolescenza tra i 12 e i 15 anni, coincide spesso con il passaggio dalla materna alla primaria, dalla primaria alla media o dalla media alla scuola superiore.



I fattori scatenanti che danno origine ad una Fobia o Rifiuto scolastico non sempre sono strettamente connessi con il ritorno a scuola dopo una lunga interruzione o una vacanza, difatti essi  possono essere molteplici tra cui:
  • Il passaggio da un livello scolastico ad un altro;
  • Relazioni conflittuali in famiglia;
  • Eventi stressanti (come una malattia propria o fi un familiare, un lutto, la separazione dei genitori o dai genitori ecc..);
  • Un legame problematico con uno dei genitori;
  • Difficoltà con il gruppo dei pari (episodi di bullismo) o con un'insegnante (ansia da prestazione);


L'origine di questa problematica può risiedere in  tre aree di difficoltà: 


  •  il fatto stesso di separarsi dall'ambiente protetto della famiglia, 
  • preoccupazioni relativamente alla qualità delle relazioni che il bambino ha nel contesto scolastico  dunque con  gli insegnanti, con i compagni di classe o di scuola,
  •  preoccupazioni relative invece alla qualità e quantità delle attività che vengono specificatamente svolte a scuola, come le valutazioni, gli aspetti prestazionali, la spinta al successo.

Cosa si può fare?

Consultare uno Psicologo in questo caso è importante per comprendere cosa davvero sia accaduto e trovare le strategie adeguate per ricondurre il bambino a ritornare a scuola serenamente.
L'approccio Cognitivo Comportamentale è empiricamente efficace per i disturbi d'ansia, aiuta infatti a ridurre i sintomi ansiosi, aumentando il senso di autoefficacia personale.
Nel percorso terapeutico oltre al lavoro condotto con il ragazzo sarà importante coinvolgere   i genitori e la scuola.




mercoledì 6 gennaio 2016

Chi è lo Psicologo???? chiariamoci un po' le idee..

Nell'immaginario collettivo si è soliti pensare che non c'è bisogno di rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta, poichè se dovessi stare realmente male (ovvero se dovessi impazzire), mi rivolgerei ad uno psichiatra! 
Purtroppo spesso (e mal volentieri) è sempre più frequente sentire queste parole!
A tal proposito vi ricordo che quelli che vengono definiti "PAZZI" non hanno un reale contatto con la realtà, pertanto non potranno avere consapevolezza di un loro malessere !  

Oggi vorrei provare a spiegare con semplicità chi è  e come può realmente essere di supporto e sostegno alla nostra società.

Lo psicologo è un professionista che ha come interesse quello di favorire e promuovere il benessere psicologico della persona.
Deve aver seguito un iter specifico prima di poter esercitare la propria professione, ovvero deve aver conseguito una laurea quinquennale, aver svolto un tirocinio professionalizzante post laurea della durata di un anno, deve aver superato un esame di stato e solo successivamente per poter esercitare la sua professione, così come avviene per i colleghi che operano in ambito sanitario, devono iscriversi all’ordine regionale. Sez. A e B

Esercita una professione con finalità sanitarie: riabilitazione, prevenzione, diagnosi cura
Inoltre conduce attività di ricerca e didattica

 Le attività dello Psicologo sono rivolte a favorire il cambiamento,  potenziare le risorse individuali o collettive, accompagnare le persone, le coppie, le famiglie e le organizzazioni nelle diverse fasi di sviluppo e di benessere.

Lo psicologo  agisce promuovendo il benessere psichico attraverso vari strumenti (ascolto empatico, comunicazione strategica, interpretazione, homework, test psicometrici, anamnesi psicosociale) utili per comprendere la complessità della situazione. 
Per curare le ferite, i traumi e le delusioni della vita; ma anche per aiutarci a scoprire ed utilizzare la ricchezza che è dentro ognuno di noi. 
Dunque egli aiuta la persona a focalizzare meglio i propri pensieri ed emozioni per 
esprimerli a pieno !

Come faccio a sapere se è davvero  uno psicologo ? l’ordine degli psicologi nel suo sito ha inserito tutti i professionisti  abilitati e iscritti regolarmente. È  importante affidarsi a un professionista regolarmente iscritto all’Ordine, che in forza di tale iscrizione è soggetto all’osservanza di un preciso Codice deontologico a garanzia dell’utente e della correttezza professionale della prestazione.  http://www.psy.it/


Quando e perché ci si rivolge a lui?   Ci si rivolge ad un professionista in questo settore per comprendere al meglio sé stessi  nel affrontare difficoltà inerenti la vita quotidiana affinché si possano  trovare strategie e risorse adeguate alla risoluzione del problema e al benessere della persona nelle relazioni  con l’altro che sia un familiare, un collega, un amico, un figlio; non dispensa giudizi o soluzioni ma favorisce l’acquisizione della consapevolezza di sé agevolando la risoluzione degli aspetti problematici della propria vita con professionalità e accuratezza. 
Il rapporto che si instaura con uno psicologo, proprio perché privo di pregiudizi e giudizi, non è paragonabile a quello con un familiare o un amico, è basato sulla fiducia e sul rispetto dell’altro e può concretizzarsi solo se il paziente è motivato al cambiamento e si instaura un rapporto di reciprocità!  

Come in una squadra Psicologo e paziente lavorano in sinergia per raggiungere la meta.

Gli ambiti in cui può intervenire sono differenti dalla valutazione alla riabilitazione,nei campi:  lavorativo, familiare, di comunità, di coppia, scolastico, dello sport, sanitario e giuridico 


martedì 5 gennaio 2016

Mindfulness


Vi è  mai capitato di provare  un’emozione (gelosia, senso di colpa ecc) e accorgervene solo a posteriori?  O camminare frettolosamente senza osservare  e prestare attenzione ai luoghi che attraversate?  O di essere tesi e nervosi senza comprendere il perché? Quante volte l’ansia per ciò che dovrò fare domani o per quello che non ho potuto dire o fare ieri mi ha costantemente allontanato da ciò che stavo facendo,  perdendo momenti importanti della mia vita o delle persone a me care?

 Stress, ansia , difficoltà a concentrarsi giocano un ruolo importante nella nostra vita quotidiana, talvolta limitandoci nello  svolgere le attività più semplici  e significative in ambito lavorativo, sociale e/o familiare.

La mindfulness è una pratica che ci permette di prendere consapevolezza di ciò che stiamo vivendo e di ciò che stiamo facendo, non basandosi sugli eventi passati o su ciò che potrà accadere nel nostro futuro! Ma lavora sul qui ed ora!Pensate che fissare i pensieri sul presente o sul passato rappresenti un vantaggio? Non sempre! 

La vita frenetica che quotidianamente viviamo spesso non ci permette di cogliere a pieno ciò che stiamo vivendo in quel determinato momento perché siamo troppo impegnati a pensare a ciò che ci aspetterà domani, o ci fermiamo a pensare a ciò che è accaduto (o non) ieri.



Questa pratica si può praticare in due modi differenti:

  • Mindfulness Formale che è ben nota come Meditazione;
  • Mindfulness Informale che non segue regole ben precise ma si basa sulla consapevolezza quotidiana.
Quest’ultima rappresenta un utile strumento in terapia in quanto vi aiuta a distogliere l’attenzione dal futuro o dal passato migliorando l’elaborazione dei vostri pensieri e delle vostre emozioni che sono all’origine delle vostre paure e delle vostre ansie permettendovi di  vivere NEL presente! 

La Mindfulness aiuta a prendere più facilmente le decisioni con una maggiore  flessibilità mentale!
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Chi sono?


Chi sono... Sono una Psicologa Cognitivo Comportamentale, abilitata all'esercizio della professione nel 2012 e regolarmente iscritta all'ordine degli Psicologi della Regione Sicilia sez.A n°6271. 
Laureata presso l'Università di Messina , acquisito titoli post laurea in qualità di Psicologo Giuridico, Psicologo dell'Orientamento Scolastico e Professionale, ed esperto nei Processi dell'Apprendimento.
Attualmente svolgo attività di libero professionista e collaboro con delle scuole del territorio messinese.