Negli ultimi decenni una delle cause di disabilità nella popolazione anziana del nostro paese è la Demenza. Tale problematica non si manifesta in un unica forma, difatti non possiamo parlare di Demenza ma di Demenze, che possono manifestarsi in tempi e modi differenti.
Tra queste le più comuni sono: la Demenza di tipo Vascolare, la malattia di Alzheimer, Demenza di Pick e malattia a corpi di Lewy (queste due sono tra le più comuni forme di demenza degenerativa "non Alzheimer")
Ma cosa intendiamo per demenza?
Col termine Demenza si definisce una sindrome clinica che si manifesta con un declino progressivo delle funzioni cognitive, tale da compromettere le usuali attività sociali, relazioni e lavorative con un peggioramento a livello funzionale della persona stessa!
La popolazione più colpita è rappresentata dagli anziani, la cui numerosità rispetto alla
popolazione generale è sensibilmente aumentata nel corso degli ultimi
decenni, rappresentando ora più del 20%.
L'insorgere di tale patologia può trarre origine da diversi fattori quali ad esempio un familiarità ed ereditarietà, malattie coronariche, problematiche vascolari, diabete, storia di ictus, abuso di alcool, età avanzata, sesso maschile.
Nicholas Sparks diceva :
"E' una malattia desolata, vuota e arida come il deserto.
Un ladro di cuori e di anime e di memorie"
Quali sono i sintomi che possiamo ritrovare in un paziente affetto da demenza?
Nel paziente affetto da demenza è possibile riscontrare alterazioni a livello cognitivo e a livello non cognitivo e comportamentale.
I sintomi cognitivi
• deficit della memoria: compromissione della capacità di apprendere nuove informazioni o di richiamare informazioni precedentemente apprese;
• afasia: disturbo del linguaggio, caratterizzato da perdita della capacità di esprimersi, di
scrivere o di comprendere il linguaggio scritto o parlato;
• aprassia: compromissione della capacità di eseguire attività motorie nonostante l’integrità
della comprensione e della motricità;
• agnosia: incapacità a riconoscere o identificare oggetti, in assenza di deficit sensoriali;
• deficit del pensiero astratto e della capacità di critica: difficoltà di pianificare,
organizzare, fare ragionamenti astratti, ecc.
I sintomi non cognitivi e comportamentali
•alterazioni dell’umore: depressione, labilità emotiva, euforia;
• ansia
• sintomi psicotici: deliri, allucinazioni e misidentificazioni o falsi riconoscimenti;
• sintomi neurovegetativi: alterazioni del ritmo sonno-veglia, dell’appetito, del
comportamento sessuale;
• disturbi della personalità: indifferenza, apatia, disinibizione, irritabilità;
• disturbi dell’attività psicomotoria: vagabondaggio, affaccendamento afinalistico, acatisia;
• comportamenti specifici: agitazione, aggressività verbale o fisica, vocalizzazione
persistente, perseverazioni.
Quali possono essere i segnali per intervenire precocemente?
I primi campanelli d'allarme sono strettamente connessi ai sintomi sopra descritti, possiamo riconoscerli su noi stessi o su chi ci sta vicino, le situazioni più frequenti riguardano la perdita di memoria, o il disorientamento, o la difficoltà di linguaggio, la difficoltà ad ascoltare, una riduzione di interesse verso le occupazioni quotidiane ecc.
A chi rivolgersi?
Parlare col medico di base che vi indirizzerà da uno specialista per una valutazione specifica.
L'aspetto psicologico nel paziente e nel cargiver.
I pazienti nelle prime fasi possono avere coscienza della malattia, ma non sempre riescono ad accettarla. Dal punto di vista psicologico vi è un importante cambiamento a livello emotivo, relazionale e sociale.
La demenza modifica l'identità di chi la vive e non solo, difatti , le problematiche di tali patologie si ripercuotono sia sul paziente, che giorno dopo giorno inizia a perdere autonomia, sia sui Cargivers ovvero i familiari che se ne prendono cura.
Il manifestarsi della demenza in un congiunto provoca un ribaltamento
dei rapporti propri della struttura familiare quando la persona che si
ammala è un genitore o un coniuge: da persona che cura, aiuta, protegge,
rassicura, sostiene, il malato diviene persona che ha bisogno di essere aiutata,
guidata, sostenuta, protetta, rassicurata, curata.
Non sempre il Cargiver è pronto a questo cambiamento e a ciò che ne consegue, per questo è importante avere una risorsa psicologica adeguata a sostenerci.
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