Quante volte ci accorgiamo che i bambini hanno una "presa" della matita o della penna inadeguata? O hanno difficoltà a scrive velocemente e con una corretta calligrafia? O tendono a stancarsi facilmente e a fermarsi mentre i compagni continuano a scrivere?
La prensione corretta secondo gli studi di grafologi e ottici-optometristi, è
quella “a triangolo equilatero”: i polpastrelli delle dita si appoggiano
morbidamente in punta su ogni faccia. Oppure “a triangolo isoscele”: la falangetta
del medio, piegandosi, forma un lato di appoggio più ampio. In entrambe le
impostazioni, infatti, le due dita medio e indice, flesse all'interno del palmo,
creano con la porzione laterale della mano (eminenza ipotenar) un appoggio
morbido e stabile sul piano di scrittura, non ostacolando i movimenti delle altre
dita.
In realtà la percentuale di persone che scrivono in modo corretto è davvero bassissima circa il 7%.
Il PEAV a seguito di una ricerca condotta su un campione di 200 ragazzi ha riscontrato che
l’impugnatura più diffusa ( coinvolge il 60% delle persone osservate) è
quella che si ha ponendo il pollice in avanti rispetto allo strumento grafico.
E’
un’impugnatura che indica un mancato completamento dello sviluppo della
motricità fine, un ancoraggio alla fase precedente a quella dell’opposizione
pollice-indice (presa del cucchiaio).
Questa ha come conseguenza la formazione di
un archetto di tensione sull’indice che, bloccando il movimento delle dita, tende a
spostare il movimento sul polso e a creare uno stato doloroso alle falangi.
Tra le "prese" errate troviamo inoltre:
- L’impugnatura “a morso” che si produce attraverso la flessione di tutte le dita verso il palmo. Riflette un bisogno di ridurre la tensione aumentando il contatto con lo strumento.
- L’impugnatura con pollice interno. Questo è flesso a circa 3 cm dalla punta e racchiuso, dall’indice e a volte anche dal medio, all’interno del palmo della mano. La penna in questo modo viene spinta verso la prima falange dell’indice che fa da perno per il movimento scrittorio.
- L’impugnatura del fumatore invece è quella di chi tiene la penna come una sigaretta trattenendola tra indice e medio. Questo punto di incastro fa da perno per il movimento verso destra
Un bambino che acquisisce un'impugnatura ERRATA della penna, della matita o altri strumenti grafici, non è detto che sviluppi una disgrafia, ma ciò può condizionare negativamente lo sviluppo delle abilità grafiche.
Le cause della disgrafia possono essere fatte risalire, in generale, a due motivi:
Il primo è il mancato raggiungimento di quei pre-requisiti che sono indispensabili per imparare a scrivere. In
particolare il non adeguato sviluppo della motricità fine porta i bambini ad un uso parziale della mano e delle dita. Il
nostro modo di vivere ha per altro ristretto in maniera considerevole l’ambito dei giochi, intesi a sviluppare la
motricità fine.
La seconda causa della disgrafia deve essere fatta risalire ad una carenza del sistema scolastico poco attento
all’aspetto esecutivo della scrittura che viene completamente trascurato. I bambini si trovano così ad automatizzare
strategie errate che rendono la loro grafia faticosa e poco funzionale oltre ad una presa della penna poco funzionale.
Imparare a scrivere bene è infatti come imparare a giocare a tennis. Per fare un buon tennista non è sufficiente fornire
racchetta e pallina: è necessario insegnare come tenere racchetta e pallina e come utilizzarli affinchè il tiro vada a
segno.
A volte basta un piccolo ausilio per scrive con un Minor Sforzo e con una Presa Ben Salda!
Senza creare allarmismi!
Inoltre questi ausili, aiuteranno il bambino a mantenere durante la scrittura una postura rilassata, un peso bilanciato e ben distribuito evitando così anche la formazione di crampi e l'affaticamento muscolare, dunque il bambino sarà anche più motivato a proseguire nell'attività che sta svolgendo!
Anche attorcigliare un elastico a distanza di due dita dalla punta può facilitare in alcuni cari!


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