lunedì 29 febbraio 2016

POSTO OCCUPATO

              





29/2 un giorno in più per "Posto Occupato"





29/02/2016 oggi in tutta Italia viene celebrata questa iniziativa contro la violenza di genere nell'ambito contro il femminicidio



chiunque voglia può conoscere le iniziative della propria città! o anche proporne di nuove!

Posto OccupatoOgni anno nel nostro paese si registrano episodi di violenza per lo più rivolte alle donne ma non solo! 
Le forme di violenza che si trovano a vivere coinvolgono :

  • la sfera psicologica con ricatti, insulti, minacce, rifiuti, colpevolizzazioni in pubblico, umiliazioni, svalutazioni;
  • violenza fisica che racchiude una serie di atti tra i quali schiaffi, pugni, morsi, tentati strangolamenti, danni ad oggetti o lesioni;
  • violenza economica ovvero impedire alla vittima un'indipendenza economica impedendole la ricerca di un lavoro o il controllo dello stipendio;
  •  violenza sessuale fatta da aggressioni sessuali agite con minaccia o costrizione fisica, la costrizione a prostituirsi.

La donna vittima di violenza non ha la forza o crede di non averla, di lottare, si sente confusa e tende a colpevolizzarsi pensando sia colpa sua! Viene isolata dal suo maltrattatore a tal punto da non riuscire a chiedere aiuto ai servizi territoriali.

A lungo termine tali donne possono sviluppare patologie psichiatriche, disturbi depressivi, somatizzazioni, disturbo post traumatico da stress, dipendenza da alcool o sostanze!

Se pensate che una Donna possa essere al centro di questi episodi, aiutatela!
Nel nostro paese oltre ai servizi di ordine pubblico, sono presenti associazioni che possono aiutarle! Questo è il link in cui potrete trovarle per ogni regione! 

Uno spazio di ascolto è fondamentale per sostenere la vittima soprattutto a livello psicologico, in quanto le difficoltà maggiori sono la negazione e la resistenza nel riconoscere le varie forme di violenza!
Dunque bisogna rafforzare la personalità, lavorare sulle proprie risorse e far sì che si acquisiscano particolari strategie per  la sopravvivenza! 

giovedì 25 febbraio 2016

Tu chiamale se vuoi...Emozioni





"Tu chiamale se vuoi...Emozioni...."  Battisti utilizzò questa frase in una sua nota canzone, ed è proprio la volontà di elaborarle e denominarle in modo unicamente personale che ci permette di differenziarci dall'altro o a anche di ritrovarci nelle altrui emozioni mediante quella che definiamo "Empatia"

 Ma sappiamo davvero cosa sono? come nascono? se sono presenti quando nasciamo? che ruolo occupano nella nostra vita?

Il termine Emozione viene utilizzato per definire un fenomeno che non possiamo osservare direttamente, ma possiamo VIVERLE e SPERIMENTARLE  giorno dopo giorno. 

Da James (1884) , Cannon (1927) , Schacter (1962) , Eikman negli anni '70,  sino ai giorni nostri lo studio e l'interesse per le emozioni ha arricchito le nostre conoscenze portando contributi importanti alla nostra quotidianità. 

Risultati immagini per ekman emozioni universaliNello specifico Eikman scoprì che esse sono universalmente condivise, egli mostrò a soggetti appartenenti a culture differenti non alfabetizzate della Nuova Guinea, foto di espressioni facciali, chiedendo di descriverle! Le risposte furono sorprendenti e confermarono l'universalità delle emozioni Primarie. Tali studi  hanno permesso di comprendere che alcune di esse,  definite PRIMARIE, sono presenti nella nostra vita sin dalla nascita altre invece ,  definite SECONDARIE, maturano nel tempo.


Ma è  solo grazie allo sviluppo cognitivo e alla socializzazione emotiva presente in famiglia e nei contesti educativi che si passa dal precursore emotivo all’emozione vera e propria!

Saarni (1999) ha introdotto il concetto di “competenza emotiva” ovvero quella capacità dell'individuo di riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri, di saperle comunicare attraverso le espressioni e il linguaggio della propria cultura e di regolarle in modo adeguato al contesto, così da ricavare un senso di efficacia dagli scambi interattivi. 
La competenza emotiva, è il frutto dell'interazione dinamica tra:
 fattori personali (abilità di base e comportamenti innati), 
educativi (comportamenti e abitudini apprese) 
culturali (riferiti ai valori socialmente condivisi e accettabili) che consentono lo sviluppo delle capacità morali e del giudizio.
Dalla teoria di Saarni sembra dunque che la competenza emotiva sia più una caratteristica dell’individuo, essa emerge dall'interazione tra più individui. A questo termine spesso viene associato quello di  Intelligenza Emotiva ovvero la capacità di monitorare le proprie e altrui esperienze emotive, saperle comunicare e saperle regolare in base alla cultura e al contesto,  viene vista come una vera e propria abilità cognitiva che interagisce con le funzioni cognitive di base possedute dai soggetti, non risultando significativamente influenzata dalle loro differenze culturali.


Il ruolo della Famiglia, degli amici, degli ambienti sociali con i quali entriamo in contatto sono fondamentali per la crescita e la maturazione della Consapevolezza Emotiva. Essa permette all'individuo di comprendere bene sè stesso ed entrare in empatia con gli altri con maggiore attenzione. Una difficoltà nel comprendere ed elaborare al meglio le nostre emozioni influenza notevolmente il nostro umore, i nostri comportamenti e i nostri pensieri. 

Pensiamo ad esempio ad situazione quotidiana in cui bambino viene interrogato alla lavagna e appena si alza i compagni iniziano a deriderlo. In questo caso il bambino potrebbe provare emozioni quali vergogna o imbarazzo, e se egli ha una scarsa capacità ad elaborarle a livello cognitivo ne deriverebbero pensieri disfunzionali quali "sono un fallito" , "non mi apprezza nessuno, non valgo a niente" e a livello comportamentale  metterebbe in atto strategie di evitamento o fuga dal contesto scolastico manifestando ad esempio frequenti mal di pancia, mal di testa ecc .

Come possiamo aiutare i bambini a maturare emotivamente sia a casa che a scuola?

1) diamo un nome alle emozioni, ovvero  quando capite che una determinata situazione può aver avuto un'influenza sul bambino e non riesce a regolare il proprio stato d'animo, ditegli di quale emozione si tratta, utilizzando anche esempi in cui si può provare, dunque Generalizzate! Così egli potrà riconoscerla!
2) sostenere il bambino a comunicare con l'uso di immagini e con le parole ciò che prova.
3)non sminuire l'emozione, non ridere o banalizzare ciò che sta provando il bambino  ma rassicurarlo e far sì che egli comprenda che è possibile sentirsi "tristi, imbarazzati, preoccupati.." 
4)troviamo una soluzione insieme, "bene hai provato questa emozione, ma come possiamo controllarla senza che ci faccia stare ancora male?"  una telefonata ad una persona speciale, una cioccolata calda, una passeggiata, scrivere..

Anche noi adulti  spesso abbiamo difficoltà nel comprendere le nostre emozioni, ma,  a differenza dei bambini, quando maturiamo che da soli non riusciamo a gestirle ed elaborarle possiamo a chiedere aiuto!